La Nazione - 5 marzo 1976
La «Famiglia Perugina» ha preso atto con piacere della risoluzione del consiglio
comunale di Perugia di rimettere sulla facciata del palazzo dei Priori il
«Grifo» ed il «Leone».
Giunge così - almeno si spera - a definizione una vicenda interminabile e per
alcuni aspetti addirittura incredibile, che ha visto la «Famiglia» impegnata in
una lunga, costante opera di sollecitazione. E' doveroso dare atto al sindaco
Perari d'aver adempiuto all'impegno assunto.
Tra le varie tesi ha, dunque, prevalso quella della tradizione: ed i vecchi
perugini non possono non esserne lieti. Per loro i due bronzi sono qualcosa più
di un'opera d'arte: sono divenuti simbolo della città. Parlano di storia, di
virtù che furono, di un passato civico da non dimenticare. Di cose che, in
copia, non sono più genuine. E sono quindi lieti che proprio loro, gli
originali, tornino lì dove sono sempre stati.
Certo, non dispregiano le preoccupazioni dei «museografi», che - per ragioni di
conservazione e di studio - avrebbero voluto ripararli in museo. Ma nel
contrasto, dovendo scegliere, per loro l'interesse civico inevitabilmente
prevale su quello artistico. Ed abbiamo detto perché.
D'altro canto, anche fosse come tant'altre, sono opere d'arte volute, create e
nate per stare all'aperto: prima su una fonte e poi subito su quella facciata.
E, già dicemmo altre volte, i pericoli che subiscono sono identici a quelli di
tanti altri monumenti preziosi destinati, se è lecito dire, al pubblico consumo:
per non andare lontano, nella nostra città, ad esempio, la «Fontana Maggiore» o
la facciata di S. Bernardino.
Che non perciò vorremmo o potremmo riparare in museo.
Quello del deperimento è un prezzo purtroppo da pagare in cambio della
partecipazione attiva e diretta che l'arte dà alla vita, alla storia, al costume
d'un popolo.
Certo sarà dovere dei pubblici amministratori ridurre al minimo tali pericoli e
tale deperimento con una vigilanza attenta e costante. Ma sappiamo che già vi è
un preciso impegno in proposito.
Comunque, il problema è finalmente giunto a soluzione: ed è questo quanto si
voleva. Uscire appunto dal dubbio, dall'immobilismo e dalle diatribe che per
lustri hanno assurdamente relegato i due amati animali in magazzino.
I perugini volevano riaverli a silenti, ma non muti, compagni della loro
giornata. E sembra (sia loro perdonata ancora l'incertezza, dopo quanto subìto
...) che siano per riaverli.
Pur altro non essendo, in fondo, che un loro diritto, ringraziano egualmente.
Ed ora, che c'è anche la delibera consiliare, s'augurano che si faccia presto a
rimetterli lassù.
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