Archivio Magnini

Patrimonio Artistico - Cultura

1975 - Il Grifo ed il Leone


La Nazione - 23 ottobre 1975

L'incredibile storia del Grifo e del leone

Sul «Grifo» ed il «Leone» le due «bestie» perugine tuttora ... in esilio a casa loro, registriamo l'intervento dell'avvocato Dante Magnini, presidente della «Famiglia Perugina».
«La «Famiglia Perugina» sollecito e plaudì il ritorno a Perugia del grifo e del leone voluto dalla precedente amministrazione comunale.
Ma - confessiamolo - è stata la vittoria di Pirro: i due amati animali sono ancora in guardina, impalati come porchette, zoppi, accantonati in un sotterraneo, ignorati.
E' veramente, questa, una tipica storia all'italiana. Addirittura emblematica di questa Italia inguaribilmente di scartoffie.
Tra ministeri e visti tra bolli e timbri, tra pareri e tavole rotonde passano tranquillamente gli anni: ce ne sono voluti una caterva per lavarli, altri per riportarli, altri ce ne vorranno per decidere la loro sistemazione, altri ancora per aggiustarli. Ed auguriamoci che ci si arrivi. Le amministrazioni si alternano, i funzionari cambiano, il 27 arriva, immancabilmente, per tutti: ed intanto la facciata del Palazzo dei Priori continua a restare orfana. Ed anche i perugini.
Perché per i perugini - l'abbiamo già detto e qui lo ripetiamo - il grifo ed il leone sono qualcosa di più di un'opera d'arte: sono il simbolo stesso della città, della loro tradizione civica.
Da lustri pazientemente attendono e solo perché italiani riescono a capire l'incredibile.
Ma tutto umanamente ha un limite: si prenda una decisione quale che sia, ma si esca dal ridicolo. Perché ormai si è giunti addirittura al ridicolo.
Le soluzioni sono molteplici; tutte comunque preferibili all'inerzia.
La più logica e la più semplice sarebbe rimetterli dove stavano: vi sono stati per secoli e per altri ancora potranno starci. Del resto, determinate opere d' arte nascono per il pubblico e non per il museo. Anche la Fonte Maggiore indubbiamente si guasta stando all'intemperie e allo smog, anche il duomo di Milano, anche la basilica di Venezia: ma non per questo vorremo smontarli e sistemare in pinacoteche. Si tratterà piuttosto di vigilare sulla loro conservazione.
Se, tuttavia, il pericolo sarà ritenuto - da chi sa, se c'è chi sa - veramente incombente, se ne facciano idonee copie da porre sulla facciata e per gli originali si trovi una degna sistemazione (sempre nell'ambito del Palazzo dei Priori, che è la loro naturale sede storica e civica). Ma si faccia. E si faccia urgentemente.
I perugini sono stanchi: li rivogliono, li rivogliono vedere, li rivogliono al loro posto. Da questa assurda vicenda ne è offeso il loro sentimento ed anche il loro buon senso. Onestamente non riescono a capire come certe cose possano e debbano accadere.
Alla nuova Amministrazione comunale, che appare alacre e piena di buone intenzioni, rivolgono così questo appello che è accorato, ma deciso: provveda e provveda subito, passando sopra alle tante remore burocratiche d'un Italia che vorrebbero non più esistesse.
Dante Magnini (Presidente della «Famiglia perugina»)

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Il Messaggero - 24 ottobre 1975

Lettere in redazione

«Grifo e Leone» ancora in guardina

Sulla sempre attuale e, a quanto sembra, insolubile questione della statue bronzee del «Grifo» e del «Leone», il presidente della « Famiglia Perugina», Dante Magnini, ci ha inviato la seguente lettera.
«La «Famiglia Perugina» sollecitò e plaudì il ritorno a Perugia del grifo e del leone voluto dalla precedente amministrazione comunale.
Ma - confessiamolo - è stata la vittoria di Pirro: i due amati animali sono ancora in guardina, impalati come porchette, zoppi, accantonati in un sotterraneo, ignorati.
E' veramente, questa, una tipica storia all'italiana. Addirittura emblematica di questa Italia inguaribilmente di scartoffie.
Tra ministeri e visti tra bolli e timbri, tra pareri e tavole rotonde passano tranquillamente gli anni: ce ne sono voluti una caterva per lavarli, altri per riportarli, altri ce ne vorranno per decidere la loro sistemazione, altri ancora per aggiustarli. Ed auguriamoci che ci si arrivi. Le amministrazioni si alternano, i funzionari cambiano, il 27 arriva, immancabilmente, per tutti: ed intanto la facciata del Palazzo dei Priori continua a restare orfana. Ed anche i perugini.
Perché per i perugini - l'abbiamo già detto e qui lo ripetiamo - il grifo ed il leone sono qualcosa di più di un'opera d'arte: sono il simbolo stesso della città, della loro tradizione civica.
Da lustri pazientemente attendono e solo perché italiani riescono a capire l'incredibile.
Ma tutto umanamente ha un limite: si prenda una decisione quale che sia, ma si esca dal ridicolo. Perché ormai si è giunti addirittura al ridicolo. Le soluzioni sono molteplici; tutte comunque preferibili all'inerzia. La più logica e la più semplice sarebbe rimetterli dove stavano: vi sono stati per secoli e per altri ancora potranno starci. Del resto, determinate opere d' arte nascono per il pubblico e non per il museo. Anche la Fonte Maggiore indubbiamente si guasta stando all'intemperie e allo smog, anche il duomo di Milano, anche la basilica di Venezia: ma non per questo vorremo smontarli e sistemare in pinacoteche. Si tratterà piuttosto di vigilare sulla loro conservazione.
Se, tuttavia, il pericolo sarà ritenuto - da chi sa, se c'è chi sa - veramente incombente, se ne facciano idonee copie da porre sulla facciata e per gli originali si trovi una degna sistemazione (sempre nell'ambito del Palazzo dei Priori, che è la loro naturale sede storica e civica). Ma si faccia. E si faccia urgentemente.
I perugini sono stanchi: li rivogliono, li rivogliono vedere, li rivogliono al loro posto.
Da questa assurda vicenda ne è offeso il loro sentimento ed anche il loro buon senso. Onestamente non riescono a capire come certe cose possano e debbano accadere.
Alla nuova Amministrazione comunale, che appare alacre e piena di buone intenzioni, rivolgono così questo appello che è accorato, ma deciso: provveda e provveda subito, passando sopra alle tante remore burocratiche d'un Italia che vorrebbero non più esistesse.
Dante Magnini

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