Polemico intervento della "Famiglia Perugina"
PERUGIA - A Todi c'è un fantasma: è il museo d'arte antica; "Italia Nostra" è
già intervenuta a più riprese, preoccupata dei ritardi che rimandano l'apertura
dell'importante struttura; adesso
è la volta della "Famiglia Perugina".
Le opere sono state da anni catalogate e restaurate, c'è anche la sede idonea,
ma sembra che questa interessi agli organizzatori della mostra mercato
dell'antiquariato.
«Se così fosse - commenta l'associazione - vorrebbe dire che detta mostra
mercato è proprio
destinata a creare guai a Todi. Non sta comunque a noi entrare in alcun modo
negli affari altrui, né interferire minimamente nelle libere scelte che colà
intendono fare».
Poiché, però - insiste la “Famiglia” - le opere d'arte appartengono alla
collettività e tutti hanno diritto di goderne, e visto che a Todi le tengono
occultate, ci permettiamo di fare una proposta: perché almeno temporaneamente e
limitatamente alle più importanti (quali quelle dello Spagna, artista che, tra
l'altro, a Perugia manca) non le si mette a disposizione del pubblico
trasferendole alla Galleria Nazionale dell'Umbria?».
Domanda sicuramente legittima, tanto più che questa è la sede espressamente
deputata allo scopo: c'è la tutela e c'è l'affluenza”.
«E sarebbe un altro servizio - viene infine aggiunto - che Perugia offrirebbe
alla cultura e all'Umbria oltre che alla logica, che non ammette che beni
pubblici, costati denari pubblici, dormano nell'incuria. Ci rendiamo benissimo
conto che è una proposta provocatoria; ma, in fondo, la facciamo proprio per
questo ...».
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Voci della città
Giorni addietro, Italia Nostra, l'associazione per molti versi a noi amica,
legittimamente è insorta perché a Todi si decidano ad aprire il museo d'arte
antica.
Le opere sono state da anni catalogate e restaurate; c'è anche la sede idonea,
sennonché sembra che interessi agli organizzatori della mostra-mercato
antiquariato.
Non sta comunque a noi entrare in alcun modo negli affari altrui, ne interferire
minimamente nelle libere scelte che colà intendono fare. Poiché però le opere
d'arte appartengono alla collettività e tutti hanno diritto di goderne, e visto
che a Todi le tengono occultate, ci permettiamo di fare una proposta: perché -
almeno temporaneamente e limitatamente alle più importanti (quali quella dello
Spagna, artista che, tra I'altro, a Perugia manca) non le si mette a
disposizione del pubblico trasferendole alla Galleria Nazionale dell'Umbria.
E' la sede espressamente deputata allo scopo; c'è la tutela e c'è l'affluenza. E
sarebbe un altro servizio che Perugia offrirebbe alla cultura ed all'Umbria.
Oltre che alla logica, che non ammette che beni pubblici che sono costati denari
pubblici, dormano nell'incuria.
Ci rendiamo benissimo conto che è una proposta provocatoria; ma, in fondo, la
facciamo proprio per questo.
La Famiglia Perugina
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Provocatoria proposta della Famiglia perugina
La Galleria nazionale dell'Umbria potrebbe ospitare benissimo, almeno
temporaneamente, le opere d`arte antica per le quali a Todi non s'è trovata una
sede idonea».
La proposta, definita provocatoria, ma proprio per questo necessaria, é stata
avanzata dalla «Famiglia Perugina» subito dopo la netta presa di posizione di
«Italia Nostra», insorta perché proprio a Todi non si decidono ad aprire il
museo d'arte antica.
Le opere da sistemare sono state da anni catalogate e
restaurate, ci sarebbe anche la sede idonea, ma nessuna decisione é
stata ancora presa al riguardo, in quanto sembra che questa sede interessi agli
organizzatori della Mostra mercato dell'antiquariato.
Ecco dunque arrivare adesso la proposta della «Famiglia Perugina», che pur non
intendendo in alcun modo entrare negli affari altrui, né interferire minimamente
nelle libere scelte che a Todi intendono fare, la giustifica per due ordini di
motivi.
Il primo, che le opere d'arte appartengono alla collettività e tutti
hanno il diritto di goderne; il secondo, che la Galleria nazionale dell'Umbria
rappresenta espressamente la sede deputata allo scopo, garantendo non solo la
tutela delle opere, ma anche affluenza di visitatori.
«Sarebbe», conclude
Famiglia Perugia, «un altro servizio che Perugia offrirebbe alla cultura e
all'Umbria al fine di non far dormire nell'incuria beni pubblici che sono costati
denari pubblici».
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