La mostra su Gerardo Dottori per il centenario della sua nascita (nacque a
Perugia nel 1884) rischia di saltare.
Se ne farà al suo posto un'altra,
«sicuramente importante - dice la Famiglia Perugina - ma che è un altra cosa».
«E' un'altra cosa, perché la mostra in programma su Dottori, oltre a contenuti
artistici (era prevista una panoramica sul futurismo e in particolare
sull'aeropittura di cui il "nostro” fu iniziatore), aveva contenuti umani: il
tributo d'affetto della città al figlio che tanto l'aveva illustrata.
«Non sarebbe stata (o non sarebbe) una mostra qualsiasi, una mostra, intendiamo,
che può essere fatta qui o può esserlo altrove; sarebbe stata (o sarebbe) una
mostra con una sua precisa ragione storica e logistica.
E avrebbe sicuramente
dato lustro - prosegue la ”Famiglia” - alla città; non soltanto per richiamare
l'attenzione del mondo culturale su di un movimento artistico ben preciso ma
anche per far sapere allo stesso mondo che questa nostra Perugia, pure allora,
quando cioè era più piccola e provinciale, era viva di impulsi, di fermenti,
d'intuizioni, se sapeva esprimere artisti così moderni e geniali, futuristi
appunto».
«Si dice che non sarà soppressa; ma soltanto rinviata. A quando? A quando in
ogni caso non sarà più il centenario (che, calendario alla mano, scade alla fine
di quest'anno) ed avrà in ogni caso un altro sapore. Perché, anziché un fatto
naturale, apparirà un fatto voluto ed inventato. A parte che sarà svanita la
componente di spontaneità e d'affetto, facendo vedere che - anche qui, nella sua
città - non lo si è tenuto in gran conto, preferendogli altri, facendolo
attendere in anticamera, non ricordandosi di festeggiarlo il "giorno del Santo”».
«Il buon Gerardo, sempre così schivo e modesto, per certo non si rivolterà nella
tomba: più che ricevere aveva sempre dato e non avrebbe mai chiesto questo
tributo. Ma lo richiedeva (o lo richiede) il buon senso, accomunandosi,
ripetiamo, a ragioni affettive oltre che pregnanti di contenuto. Si perderebbe
un'occasione unica, occorre ammetterlo, e non se ne potrebbe che essere
dispiaciuti».
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Famiglia Perugina e mostra
La mostra su Gerardo Dottori, pittore perugino che nacque nel 1884, rischia di
saltare «Se ne farà al suo posto un'altra, sicuramente importante; ma che è
un'altra cosa».
La Famiglia Perugina commenta con amarezza un fatto che ha rilievo cittadino non
indifferente.
Prosegue l'associazione: «Oltre a contenuti artistici (era prevista una
panoramica sul futurismo e in particolare sull'aeropittura di cui il "nostro” fu
iniziatore), aveva contenuti umani: il tributo d'affetto della città al figlio
che tanto l'aveva illustrata.
«Non sarebbe stata (o non sarebbe) una mostra qualsiasi, una mostra, intendiamo,
che può essere fatta qui o può esserlo altrove; sarebbe stata (o sarebbe) una
mostra con una sua precisa ragione storica e logistica. E avrebbe sicuramente
dato lustro - prosegue la ”Famiglia” - alla città; non soltanto per richiamare
l'attenzione del mondo culturale su di un movimento artistico ben preciso ma
anche per far sapere allo stesso mondo che questa nostra Perugia, pure allora,
quando cioè era più piccola e provinciale, era viva di impulsi, di fermenti,
d'intuizioni, se sapeva esprimere artisti così moderni e geniali, futuristi
appunto».
Continua la Famiglia perugina: «Si dice che non sarà soppressa; ma soltanto
rinviata. A quando? A quando in ogni caso non sarà più il centenario (che,
calendario alla mano, scade alla fine di quest'anno) ed avrà in ogni caso un
altro sapore. Perché, anziché un fatto naturale, apparirà un fatto voluto ed
inventato. A parte che sarà svanita la componente di spontaneità e d'affetto,
facendo vedere che - anche qui, nella sua città - non lo si è tenuto in gran
conto, preferendogli altri, facendolo attendere in anticamera, non ricordandosi
di festeggiarlo il "giorno del Santo”».
E conclude: «Così facendo si perderebbe un'occasione unica e non se ne potrebbe
che essere dispiaciuti».
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