Per il Museo d'Arte Moderna c'è la sede e chi può farlo
Da anni, da sempre, Perugia e l'Umbria invocano un museo d'arte moderna
(intendendosi per tale quella dall'8O0 sino a noi): sono ƒorse l'unico capoluogo
di regione e l'unica regione d'Italia che ne manchino.
Ed è mancanza tanto più grave in una città quale la nostra dalla vocazione
prettamente culturale, dalla tradizione artistica spiccata e, peraltro, dotata
per l'arte dei secoli precedenti di musei e gallerie di fama internazionale.
Le opere da collocarvi in buona parte già vi sono, se pure attualmente in
depositi o disperse in vari luoghi; alcune donazioni «in pectore» sono sospese
proprio in attesa che sorga e, ove sorgesse, sarebbe facile raccoglierne anche
altre: insomma il materiale potenzialmente già c'è, manca soltanto la sede.
Quello della sede è stato sempre, tanto più in una, città stretta ed arroccata
quale Perugia, problema non lieve: anzi pressoché irrisolvibile. Ma ora s'apre
una possibilità concreta che non andrebbe perduta. E riteniamo nostro dovere
indicarla.
Sappiamo, dunque, che nel Palazzo Penna in via Podiani già di proprietà della
Curia ed acquistato dalla regione, grande e dignitoso stabile in corso di
ristrutturazione e restauro, v'è al piano terra la disponibilità d'una notevole
area (1500 metri quadrati circa) in attesa di destinazione. E riteniamo di
sapere che la regione sarebbe disposta ad eseguire le opere necessarie a
renderla funzionante: rientra, del resto, pienamente nei suoi compiti anche
quello di munire l'Umbria d'un veicolo culturale d'indubbio rilievo quale
questo.
Potremmo, quindi, ben dire che finalmente ci sono tutte le premesse per giungere
alla soluzione del problema: c'è la sede e c'è chi può farla. E la sede,
oltretutto, appare idonea, soddisfacente e rispondente al bisogno.
Certo, ora occorre che vi sia effettiva volontà di realizzarlo ed anzi si prema
perché sia realizzata da parte di chi («in primis» l'amministrazione comunale di
Perugia) ha o dovrebbe avere interesse a tale realizzazione. Che tale volontà
non ci sia non vorremmo neppure ipotizzarlo: ci sembrerebbe assurdo pensare che,
prendiamo appunto la nostra amministrazione comunale, si lasciasse sfuggire
un'occasione fra l'altro gratuita e probabilmente irripetibile per arricchire la
città e l'Umbria e soddisfare un'esigenza culturale tanto sentita.
Tutto da noi è possibile: anche che si lasci cadere questa opportunità e che
magari i detti locali, in mancanza d'altro, siano destinati a magazzino, a
ripostiglio o a nulla; ma allora davvero che ci sarebbe chi si porterebbe dietro
responsabilità ben precise.
Ragione e funzione di questo nostro intervento sono proprio queste: che non si
perda l'occasione che si offre e che non si debba poi amaramente rimpiangerla.
Né c'importerebbe di sapere poi indicare i responsabili.
La «Famiglia Perugina»
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