La cerimonia avrà luogo venerdì 4 luglio alle 10,30, con l'intervento delle autorità. Il dono alla città della vedova del grande maestro dell'arte contemporanea. L'iniziativa della Famiglia Perugina
Venerdì 4 luglio saranno inaugurate le due sculture di Arturo Checchi donate,
per interessamento della «Famiglia Perugina» alla città di Perugia e poste ad
ornamento delle fontane di piazza Italia.
Sarà per i nostri giardinetti un netto salto di qualità: i bronzi («Sirena» e
«Bimba al sole»), oltre a trasformare l'aspetto sinora anonimo delle due
fontane, porteranno un sicuro arricchimento artistico ad uno dei luoghi più
ridenti e frequentati di Perugia.
Particolarmente amati proprio da Arturo Checchi che ogni mattina vi si recava e,
sensibile com'era a tutti i richiami umani, ne traeva costante fonte
d'ispirazione, tant'è che proprio su opere aventi per soggetto i giardini di
Perugia fu nel 1973 allestita una sua mostra postuma dalla Quadreria «Il
Perugino».
I due bronzi ora collocativi ebbero forse ispirazione altrove; ma perfettamente
s'inquadrano all'ambiente, sia per il soggetto che per la tonalità verde
smeraldo del metallo che assume vividi riflessi sotto lo scrosciare dell'acqua e
s'armonizza al rosa delle grandi pietre su cui sono posti. Rare e preziose
testimonianze dell'arte somma di questo grande maestro, toscano di nascita e
perugino d'adozione, che, famoso come disegnatore e pittore, eccelse anche in
scultura quando, non di frequente, vi si dedicò.
E' stata appunto la «Famiglia Perugina» a rendersi promotrice dell'iniziativa:
il suo presidente avvocato Dante Magnini, servendosi della fraterna amicizia che
lo legava al maestro, ha indotto la vedova a donare alla città le due sculture.
Cosa che Zena Checchi Fettucciari, munifica ed attaccata a Perugia com'è, ha
fatto di buon grado assumendosi tra l'altro anche le ingenti spese per la
fusione.
L'azienda di soggiorno e turismo s'è affiancata all'importante iniziativa ed il
comune di Perugia ha aderito alla proposta di collocarle appunto ai giardinetti
a ricordo del maestro che quel luogo tanto amava ed a libero godimento dei cittadini.
La cerimonia dell'inaugurazione avverrà alle ore 10,30, con l'intervento delle
autorità.
Interverrà anche il critico d'arte professor Corrado Marsan, che illustrerà il
significato dell'importante avvenimento artistico.
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Sono stati inaugurati ieri, nella idonea collocazione nei giardini piazza Italia, i due bronzi del maestro, donati alla città dalla fedele compagna, Zena Checchi Fettucciari - Commosso discorso del sindaco Caraffini e la rievocazione dell'artista da parte di Corrado Marsan
L'opera di Arturo Checchi, il grande pittore (e adesso sappiamo anche che fu
un grande scrittore) di Fucecchio, scomparso quasi quattro anni fa, è tuttora
in fase di costante scoperta e di accurata revisione critica: da paragonarsi,
insomma, ad un continente di grandi dimensioni, esplorato e conosciuto solo
sotto alcuni aspetti.
E in questo caso, la parte dei ricercatori la fanno gli storici dell'arte,
impegnati a vagliare con attenzione e scrupolosità i limiti ed i confini di una
operazione estetica che si pone con caratteri di assoluta priorità e di intatta
coerenza, nell'orizzonte nazionale. E' proprio grazie agli sforzi congiunti di
un settore vasto di studiosi, di sicuro i più illuminati ed aperti oltre le
meschine restrizioni d'un ambiente malato di provincialismo, che si può iniziare
a parlare di recupero intero d'uno dei personaggi più significativi e suggestivi
del Novecento.
Un contributo di grande valore per la civiltà nostra, dal momento che si è
venuto a porre in un periodo di limitate prospettive: con la sua azione
silenziosa, senza la ricerca di sterili polemiche o, tantomeno, di disturbanti
avanguardie, Arturo Checchi ha intessuto con paziente metodicità, rapporti che
si potevano pensare distrutti, ha riannodato fili di autentica e vera cultura con
i centri più attivi e proiettati con forza caratterizzante verso il futuro.
L'occasione per un incontro, che rimarrà duraturo ed incancellabile con il l
maestro, è stata offerta dalla fedele compagna dell'artista, Zena Checchi
Fettucciari, che ha donato a Perugia ed alla sua gente due sculture, la «Sirena»
del 1932 e la «Bimba al sole», di tre anni posteriore, collocate, a testimonianza
di un legame tenace, nelle due fontane dei giardinetti di piazza Italia.
Una cerimonia semplice, giustamente priva di accenti retorici, del tutto fuori
luogo; un po' com'era nel carattere e nello stile di Arturo Checchi, maestro di
arte e di vita, austero e riservato nei modi di antico toscano.
Un appuntamento al quale non sono mancate folla ed autorità, dal sindaco
Caraffini, a Saverio Ripa di Meana, presidente dell'Azienda Autonoma di turismo,
all'avvocato Dante Magnini, il presidente della Famiglia perugina.
Tutti insieme per ammirare le opere sistemate su due piedistalli di roccia
tratti dal Monte Malbe, e per contribuire con la propria presenza al significato
di questo ritrovarsi che ha oltrepassato i limiti ristretti del fatto, per
accedere alle dimensioni del ricordo.
Il segno sincero e spontaneo, insomma, di un affetto che tutta la gente del
luogo deve al grande artista che tanto ha dato a questa sua Perugia, amata in
umiltà e profonda convinzione, come ha osservato il sindaco Caraffini.
L'ammiratore, ha proseguito, può trovar difficile parlare dell'artista, il cui
puro classicismo non venne mai incrinato dalla tentazione della logica: il
ringraziamento dell'intera comunità al dono prezioso di Zena Checchi Fettucciari
è d'obbligo, quale pegno d'un affetto che non rischia di tramontare.
Corrado Marsan ha poi tratteggiato la figura dell'artista cogliendone e
sviluppandone i lati essenziali della poetica ed il lungo sodalizio spirituale
con i giovani verso i quali, da vero «magister» classicamente inteso, fu prodigo
di consigli e di sollecitazioni.
La collocazione dei due bronzi nell'ambiente naturale prescelto, avrebbe,
probabilmente, soddisfatto il maestro per la possibilità di colloquio e di
fruizione immediati, di rapporti stretti e duraturi con lo spettatore. E' con
questa politica culturale che l'opera d'arte supera il limitato e limitante
concetto d'esser patrimonio di pochi. Di quelli, cioè, che visitano il museo
perché spinti da istanze e da curiosità intellettuali.
L'allogamento è perfetto - ha osservato Marsan. Anche perché questi luoghi
furono cari a Checchi che li frequentò spesso per trarre motivi non reconditi di
ispirazione.
Succinto e vivacissimo il compendio dell'operosità del maestro grafico
d'eccezionali possibilità (vale la pena di rammentare alla stregua d'esempio
certi suoi studi tratti da opere cinquecentesche che hanno la calibratura del
capolavoro), pittore consacrato (basterebbero i suoi autoritratti o i notturni,
tra il 1908 e il 1912 con precise innovazioni di linguaggio nel colore e nel
segno) Checchi fu anche scultore di possibilità forse ancora non esattamente
delineate.
Sono state appena sette le sue operazioni nel terreno della plastica.
Per onorare la memoria di Checchi, il 13 luglio, nel Castello Malaspina di
Massa, nell'ambito delle manifestazioni del festival di prosa «Estate Massese»,
si aprirà una sua grande retrospettiva: settanta dipinti, scelti con cura tra i
più rappresentativi per stabilire la portata dei traguardi e la ricostruzione
ideale di un cammino che non conobbe deviazioni.
Nulla c'è più da aggiungere. Di sicuro però, da ieri, Perugia ed il suo
patrimonio artistico sono più ricchi.
Domenico Coletti
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Con una suggestiva e semplice cerimonia
Perugia, la sua città di adozione, non poteva, forse, rendere omaggio più bello
e più gradito al grande artista toscano, Arturo Checchi, nell'inaugurare due tra
le sue opere più belle in quei giardini Carducci che egli tanto amò e
predilisse.
Ieri mattina, infatti, quando a conclusione della cerimonia organizzata dalla
Famiglia Perugina con il concorso del Comune e dell'Azienda di Turismo, gli
zampilli d'acqua delle due fontane hanno iniziato a danzare sui due bronzi, le
due statue sono sembrate vivere e con loro la stessa anima dell'artista
scomparso.
E' stata una cerimonia semplice, ma particolarmente suggestiva alla
quale non hanno voluto mancare moltissimi dei vecchi perugini, di coloro che
vedono in ogni manifestazione intesa ad abbellire e valorizzare questa nostra
vetusta città, un qualche cosa che inorgoglisce lo spirito e rallegra i cuori.
Il sindaco Caraffini, che ha voluto prima che i due bronzi venissero scoperti,
ha voluto ribadire questi concetti.
«La cerimonia che ci vede qui riuniti - egli ha detto - per la inaugurazione dei
bronzi di Arturo Checchi (Sirena, opera eseguita nel 1932 e Bimba al Sole del
1935), non è un fatto meramente celebrativo né un rito di formale ringraziamento
a un artista, al quale Perugia ha reso omaggio qualche mese prima delle
celebrazioni di Fucecchio, avvenute nell'aprile del 1973, ma il segno sincero e
spontaneo di un affetto che tutti noi dobbiamo al grande artista che tanto ha
dato a questa sua Perugia che aveva amato in umiltà e profonda convinzione».
E questo amore Perugia lo contraccambia anche oggi che la figura alta e quasi
dinoccolata di Arturo Checchi non è più fra noi.
Il prof. d'arte, il prof. Corrado Marsan che dopo il sindaco ha preso la parola
per ricordare sul piano artistico la figura di Arturo Checchi e la validità
delle sue opere, bene ha fatto nel mettere in risalto la particolare importanza
di questa iniziativa portata avanti dalla Famiglia Perugina, grazie al suo
presidente Dante Magnini e soprattutto grazie alla generosità della signora Zena
Checchi Fettuccciari che ha raccolto l'invito di donare alla città le due statue
assumendosene anche l'onere della fusione.
L'oratore ha parlato di una nuova
politica culturale, di una possibilità di dialogo tra le opere d'arte e la
grande massa dei cittadini. Ecco perché oggi le due statue poste al godimento
pubblico e non all'ammirazione di pochi intimi,
tra le quattro pareti di un museo, diventano veramente un patrimonio
inestimabile della intera città. Ed alla città tutta è demandato il compito
della più rigorosa custodia.
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La «Famiglia Perugina», che aveva offerto alla città di Perugia due sculture di
Arturo Checchi, ha avuto conferma dal sindaco che, con delibera comunale, è
stata accolta la proposta con cui era stato accompagnato il dono e, cioè, di
mettere i bronzi ad ornamento delle due fontane di piazza Italia.
La «Famiglia» ha così raggiunto la duplice finalità che si era proposta:
arricchire,cioè, la città di due nuove autentiche opere d'arte mettendole al
libero godimento del pubblico in uno dei luoghi più frequentati e nel contempo
mantenere vivo il ricordo di un artista che tanto amò Perugia in quei
giardinetti ove ogni mattina lui si recava e che gli furono costante e fervida
fonte d'ispirazione.
Superato l'iter burocratico, non resta ora che augurarsi la sollecita messa in
loco delle due sculture.
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Venerdì prossimo saranno inaugurate, in piazza Italia, le due sculture di Arturo
Checchi, donate - per interessamento della Associazione Famiglia Perugina - alla
città di Perugia e che saranno ornamento delle fontane site appunto nella
piazza. I due bronzi di Checchi («Sirena» e «Bimba al sole") porteranno sicuro
arricchimento artistico ad uno dei luoghi maggiormente frequentati della città.
L'iniziativa è della Famiglia Perugina; il presidente, l'avvocato Dante Magnini,
è riuscito a farsi donare dalla vedova del Chechi (che è stato suo fraterno
amico per lunghi anni), le due pregiatissime sculture. All'iniziativa della
Famiglia Perugina si sono affiancati l'Azienda di soggiorno e turismo di Perugia
ed il Comune.
La cerimonia di inaugurazione avrà luogo venerdì alle 10,30. Numerose autorità
vi parteciperanno. E' prevista anche la presenza del professor Corrado Marsan,
noto critico d'arte, che illustrerà l'importanza di questo avvenimento
artistico.
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In piazza Italia i bronzi di Checchi
Ieri mattina come era stato annunciato, con una breve ma significativa cerimonia
è stata inaugurata la collocazione delle due famose statue in bronzo, opera
dello scomparso scultore Arturo Checchi, nelle due fontane del giardino di Piazza Italia.
Il sindaco Caraffini ha espresso il compiacimento della città per l'avvenimento,
nonché la gratitudine verso la vedova dell'artista che ha aderito al
suggerimento della Famiglia Perugina donando le due sculture a Perugia.
Il professor Corrado Marzan, critico d'arte, ha sottolineato come lo stesso
artista non avrebbe potuto immaginare una migliore sistemazione per le sue due
opere: il messaggio artistico e l'immediato contatto con i destinatari. L'avv.
Dante Magnini ha ringraziato particolarmente l'Azienda del turismo ed il suo
presidente che ha provveduto a realizzare l'iniziativa.
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