Saranno sistemate ai giardini Carducci
La «Famiglia Perugina» si è resa promotrice dell'offerta di due opere scultoree
di Arturo Checchi alla città di Perugia.
L'offerta personalmente fatta dal
presidente della famiglia perugina avvocato Dante Magnini al sindaco Caraffini è
stata accompagnata dalla seguente lettera che ci piace riportare.
«Signor Sindaco, da noi richiesta la Zena Checchi Fettucciari ha voluto - con
quello spiccato amore civico che la distingue - donare a Perugia due rare e
preziose sculture di quel suo grande compagno che fu Arturo Checchi e ne ha reso
latori la «Famiglia Perugina» e me per essa.
Aggiungo che - prospettatole il desiderio che anche Perugia, che ne fu città
adottiva, abbia una civica raccolta di opere del Checchi come l'ha Fucecchio,
sua città natale - ci ha fatto pure promessa di una cospicua donazione, non
appena sarà per essa trovata un'idonea sistemazione.
Per ora, comunque, il dono di queste due sculture che ben possono definirsi rare
e preziose, perchè il Checchi, che fu sommo anche come scultore, non lasciò in
tal campo molte opere: ancor più ambito e munifico ne è, dunque, il dono.
Le due opere sono a disposizione della civica amministrazione; resta soltanto il
problema della loro collocazione.
In proposito la donante ci ha espresso un suo desiderio che ci sembra di poter
condividere: che siano poste ai Giardini Carducci a lato delle due fontane.
Ci sentiamo di sostenere tale collocazione per le seguenti considerazioni:
anzitutto, la giustifica una ragione effettiva e storica ben precisa: il maestro
amava particolarmente quel luogo, quasi ogni mattina vi sostava e ne trasse
ispirazione artistica costante. Non a caso il civico comitato per le
celebrazioni in suo onore allestì una mostra intitolata proprio «Arturo Checchi
ai giardini di Perugia» e su quel soggetto è pure uscita una mirabile cartella
d'acqueforti.
Inoltre, servirebbe a portare l'arte, l'arte autentica quale è
quella del Checchi, a diretto contatto col pubblico, come è, o dovrebbe essere,
la sua vera destinazione e come è comunque il moderno indirizzo.
Si confida, così, che codesta civica amministrazione, nell'accettare il dono,
accetterà anche tale proposta di collocazione.
Alla «Famiglia Perugina» - in ogni caso lieta di avere potuto contribuire a
questo nuovo arricchimento artistico della sua città - non resta ora che
attendere che le due opere siano sollecitamente messe a disposizione della
collettività».
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Si tratta di due sculture del grande maestro che la Zena Checchi Fettucciari ha affidato alla Famiglia Perugina perchè vengano consegnate al sindaco di Perugia
La «Famiglia Perugina» si è resa promotrice dell'offerta di due opere scultoree
di Arturo Checchi alla città di Perugia.
Riportiamo l'offerta personalmente fatta dal presidente della Famiglia Perugina
avvocato Dante Magnini al sindaco di Perugia accompagnata da questa lettera:
«Da noi richiesta la Zena Checchi Fettucciari ha voluto - con quello spiccato
amore civico che la distingue - donare a Perugia due rare e preziose sculture di
quel suo grande compagno che fu Arturo Checchi e ne ha reso latori la «Famiglia
Perugina» e me per essa.
Aggiungo che - prospettatole il desiderio che anche Perugia, che ne fu città
adottiva, abbia una civica raccolta di opere del Checchi come l'ha Fucecchio,
sua città natale - ci ha fatto pure promessa di una cospicua donazione, non
appena sarà per essa trovata un'idonea sistemazione.
Per ora, comunque, il dono di queste due sculture che ben possono definirsi rare
e preziose, perchè il Checchi, che fu sommo anche come scultore, non lasciò in
tal campo molte opere: ancor più ambito e munifico ne è, dunque, il dono.
Le due opere sono a disposizione della civica amministrazione; resta soltanto il
problema della loro collocazione.
In proposito la donante ci ha espresso un suo desiderio che ci sembra di poter
condividere: che siano poste ai Giardini Carducci a lato delle due fontane.
Ci sentiamo di sostenere tale collocazione per le seguenti considerazioni:
anzitutto, la giustifica una ragione effettiva e storica ben precisa: il maestro
amava particolarmente quel luogo, quasi ogni mattina vi sostava e ne trasse
ispirazione artistica costante. Non a caso il civico comitato per le
celebrazioni in suo onore allestì una mostra intitolata proprio «Arturo Checchi
ai giardini di Perugia» e su quel soggetto è pure uscita una mirabile cartella
d'acqueforti. Inoltre, servirebbe a portare I'arte, l'arte autentica quale è
quella del Checchi, a diretto contatto col pubblico, come è, o dovrebbe essere,
la sua vera destinazione e come è comunque il moderno indirizzo.
Si confida, così, che codesta civica amministrazione, nell'accettare il dono,
accetterà anche tale proposta di collocazione.
Alla «Famiglia Perugina» - in ogni caso lieta di avere potuto contribuire a
questo nuovo arricchimento artistico della sua città - non resta ora che
attendere che le due opere siano sollecitamente messe a disposizione della
collettività».
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