Incontro con Dante Magnini per la sesta volta riconfermato a capo dell'Associazione
Battaglie e scopi di un organismo che difende la città di Perugia
di Anna Lia Sabelli Fioretti
Per sei volte, dal 1980, i soci gli hanno confermato la fiducia. L'ultima, pochi
giorni fa, ha fatto registrare un vero plebiscito che si è concluso ieri con
l'elezione all'unanimità a presidente da parte del Consiglio.
E' così che
l'avvocato Dante Magnini, ancora per due anni e non si sa per quanti ancora,
essendo la sua una carica rinnovabile, sarà a capo della "Famiglia Perugina",
associazione apartitica, senza fini di lucro che dalla sua fondazione, nel 1958,
ha come scopo primario quello della tutela della città di Perugia e dei suoi
cittadini.Lui, nella Famiglia, si può dire che c'è praticamente cresciuto. Anzi
l'ha addirittura "formata" perchè si è occupato della parte legale, da giovane
avvocato alle prime armi, della stesura dello statuto, insieme al prefetto Bruno
Carattoli e al notaio Francesco Tei.
"Della Famiglia faceva parte mio padre,
avvocato Magno Magnini, a cui Perugia ha voluto persino dedicare una strada. Io
allora contavo poco, ero solo un avvocatuccio".
Erano i tempi eroici in cui
la vita culturale perugina gravitava intorno ad alcuni personaggi di spicco,
come Gerardo Dottori, il sindaco Berardi, Buitoni, Mario Spagnoli.
"Si avvertì
allora che i partiti, avendo bisogno del consenso dell'elettorato, perseguivano
più scopi politici piuttosto che quelli direttamente intesi alla tutela della
città".
Perugia si stava ingrandendo ed il gruppo fondatore, capeggiato dal
presidente della Corte d'Appello Berarducci, forte di 50 soci decise di
difenderne la cultura, la natura, il carattere fondamentale da qualsiasi tipo di
alterazione promuovendo delle azioni per tutelarne gli interessi.
Oggi la lista
dei soci ha raggiunto quota 2000 (possono aderire solo i cittadini nati a
Perugia o residenti da almeno 30 anni) ma la cifra è in realtà superiore perchè
ad essi vanno aggiunti tutti i congiunti che partecipano attivamente alla vita
"familiare". Oltre agli scopi istituzionali si organizzano cene, balli, gite
"ma, sia ben
chiaro" precisa Magnini da dietro la scrivania del suo austero
studio professionale, in cui su una parete campeggia il motto "A lo parlar aggi misura"
"il nostro non è un circolo ricreativo, anzi proprio per questo non ci siamo
dotati di una vera e propria sede, ma solo una segreteria a Via dei Priori, per
non cadere nella facile tentazione dl organizzarvi delle partite a carte"
Ben altri gli intenti che hanno animato le molteplici battaglie, alcune perse e
molte vinte, della storia dell'Associazione.
Lo spostamento del Palazzo di
Giustizia da Piazza Matteotti al carcere di Piazza Partigiani (abbiamo
richiamato le autorità sulla necessità di toglierlo dal centro storico e
soprattutto di unificare i vari dipartimenti), l'ampliamento dell'Aeroporto di
S. Egidio ( che venisse messo tra i progetti prioritari), le comunicazioni
ferroviarie dirette con Firenze e Roma, la facoltà di ingegneria a Perugia e non
a Temi ("1Università non va spezzettata perchè le facoltà utilizzano servizi
comuni").
Ora, con metodica insistenza la Famiglia Perugina si stà battendo
perchè le ferrovie aprano una direttrice rapida per Bologna, "una città
importante per i collegamenti con l'alta Italia e con l'Europa. Con un treno
alle 5,45 è possibile essere a Milano alle 10, 30 di mattino. Abbiamo
interessato al progetto anche Arezzo che è tagliata fuori dalla direttissima".
Sui grandi temi, motivo spesso di dibattiti acri e virulenti tra gli
amministratori e i cittadini, il Presidente, come un capo famiglia responsabile, ha
una posizione chiara, priva di tentennamenti.
Fontivegge? "All'inizio
eravamo critici poi ci siamo accorti che comunque ha dato un ordine alla zona,
un fine mai perseguito fino ad ora a Perugia".
La cultura? "In Umbria c'è una
grande dispersione di energie e di fondi in favore di piccole e piccolissime
mostre d'arte, mentre mancano quelle a respiro nazionale.
Sembra incredibile ma
al nostro Gerardo Dottori la sua città non ha mai dedicato una grande rassegna.
Come pure al Perugino o al Pinturicchio. C'è un vuoto abissale di mostre
importanti che confluiscano in Umbria i tantissimi esperti e cultori dell'arte
visiva".
Le manifestazioni? "La Sagra Musicale va assolutamente rivista e
rivalutata. Com'è ora sono solo quattrini buttaci dalla finestra. Il programma
dovrebbe essere pronto ad aprile e diffuso in tutto il mondo.
Rivisto nei contenuti, andrebbe mirato per un pubblico qualificato, è un'ottima
iniziativa, solo che è stata imitata da troppe città che nello stesso periodo
utilizzano gli stessi artisti in toumée in Italia. Dovrebbe puntare, per tornare ai
fasti di una volta, su eventi in esclusiva.".
Il turismo? "In Umbria non ci si viene per sciare, nè per i fiumi,
nè per i monti o per i laghi. Manca di grandi attrazioni. Le sue bellezze
artistiche e ambientali sono diffuse, polverizzate nel territorio.
C'è quindi
bisogno di un pacchetto di proposte, di tour ben precisi, organizzati, aventi
come base ( e qui so di inimicarmi parecchie persone) proprio la città di
Perugia che dispone delle attrezzature ricettive necessarie. Una settimana in
città permetterebbe ai turisti giapponesi, americani, tedeschi di visitare la
regione, anche in modo capillare".
Idee chiare, polso della situazione. La Famiglia la propria forza la trova non
certo negli appoggi esterni (non ha nessun tipo di sovvenzione, vive con le
quote dei soci) ma nella compattezza del suo interno.
Ad un organismo direttivo
agile (presidente, due vicepresidenti, un tesoriere, un segretario e 7
consiglieri) aggiunge, e questo secondo Magnini è il segreto del successo, la
forza della logica che alla fine si dimostra sempre vincente.
"D'altronde la
logica e il buon senso sono le migliori qualità dei perugini".
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