Corriere dell'Umbria - 8 giugno 1990

Incontro con Dante Magnini per la sesta volta riconfermato a capo dell'Associazione

La mia «Famiglia»

Battaglie e scopi di un organismo che difende la città di Perugia

di Anna Lia Sabelli Fioretti

Per sei volte, dal 1980, i soci gli hanno confermato la fiducia. L'ultima, pochi giorni fa, ha fatto registrare un vero plebiscito che si è concluso ieri con l'elezione all'unanimità a presidente da parte del Consiglio.
E' così che l'avvocato Dante Magnini, ancora per due anni e non si sa per quanti ancora, essendo la sua una carica rinnovabile, sarà a capo della "Famiglia Perugina", associazione apartitica, senza fini di lucro che dalla sua fondazione, nel 1958, ha come scopo primario quello della tutela della città di Perugia e dei suoi cittadini.Lui, nella Famiglia, si può dire che c'è praticamente cresciuto. Anzi l'ha addirittura "formata" perchè si è occupato della parte legale, da giovane avvocato alle prime armi, della stesura dello statuto, insieme al prefetto Bruno Carattoli e al notaio Francesco Tei.
"Della Famiglia faceva parte mio padre, avvocato Magno Magnini, a cui Perugia ha voluto persino dedicare una strada. Io allora contavo poco, ero solo un avvocatuccio".
Erano i tempi eroici in cui la vita culturale perugina gravitava intorno ad alcuni personaggi di spicco, come Gerardo Dottori, il sindaco Berardi, Buitoni, Mario Spagnoli.
"Si avvertì allora che i partiti, avendo bisogno del consenso dell'elettorato, perseguivano più scopi politici piuttosto che quelli direttamente intesi alla tutela della città".
Perugia si stava ingrandendo ed il gruppo fondatore, capeggiato dal presidente della Corte d'Appello Berarducci, forte di 50 soci decise di difenderne la cultura, la natura, il carattere fondamentale da qualsiasi tipo di alterazione promuovendo delle azioni per tutelarne gli interessi.
Oggi la lista dei soci ha raggiunto quota 2000 (possono aderire solo i cittadini nati a Perugia o residenti da almeno 30 anni) ma la cifra è in realtà superiore perchè ad essi vanno aggiunti tutti i congiunti che partecipano attivamente alla vita "familiare". Oltre agli scopi istituzionali si organizzano cene, balli, gite "ma, sia ben
chiaro" precisa Magnini da dietro la scrivania del suo austero studio professionale, in cui su una parete campeggia il motto "A lo parlar aggi misura" "il nostro non è un circolo ricreativo, anzi proprio per questo non ci siamo dotati di una vera e propria sede, ma solo una segreteria a Via dei Priori, per non cadere nella facile tentazione dl organizzarvi delle partite a carte"
Ben altri gli intenti che hanno animato le molteplici battaglie, alcune perse e molte vinte, della storia dell'Associazione.
Lo spostamento del Palazzo di Giustizia da Piazza Matteotti al carcere di Piazza Partigiani (abbiamo richiamato le autorità sulla necessità di toglierlo dal centro storico e soprattutto di unificare i vari dipartimenti), l'ampliamento dell'Aeroporto di S. Egidio ( che venisse messo tra i progetti prioritari), le comunicazioni ferroviarie dirette con Firenze e Roma, la facoltà di ingegneria a Perugia e non a Temi ("1Università non va spezzettata perchè le facoltà utilizzano servizi comuni").
Ora, con metodica insistenza la Famiglia Perugina si stà battendo perchè le ferrovie aprano una direttrice rapida per Bologna, "una città importante per i collegamenti con l'alta Italia e con l'Europa. Con un treno alle 5,45 è possibile essere a Milano alle 10, 30 di mattino. Abbiamo interessato al progetto anche Arezzo che è tagliata fuori dalla direttissima".
Sui grandi temi, motivo spesso di dibattiti acri e virulenti tra gli amministratori e i cittadini, il Presidente, come un capo famiglia responsabile, ha una posizione chiara, priva di tentennamenti.
Fontivegge? "All'inizio eravamo critici poi ci siamo accorti che comunque ha dato un ordine alla zona, un fine mai perseguito fino ad ora a Perugia".
La cultura? "In Umbria c'è una grande dispersione di energie e di fondi in favore di piccole e piccolissime mostre d'arte, mentre mancano quelle a respiro nazionale.
Sembra incredibile ma al nostro Gerardo Dottori la sua città non ha mai dedicato una grande rassegna. Come pure al Perugino o al Pinturicchio. C'è un vuoto abissale di mostre importanti che confluiscano in Umbria i tantissimi esperti e cultori dell'arte visiva".
Le manifestazioni? "La Sagra Musicale va assolutamente rivista e rivalutata. Com'è ora sono solo quattrini buttaci dalla finestra. Il programma dovrebbe essere pronto ad aprile e diffuso in tutto il mondo. Rivisto nei contenuti, andrebbe mirato per un pubblico qualificato, è un'ottima iniziativa, solo che è stata imitata da troppe città che nello stesso periodo utilizzano gli stessi artisti in toumée in Italia. Dovrebbe puntare, per tornare ai fasti di una volta, su eventi in esclusiva.".
Il turismo? "In Umbria non ci si viene per sciare, nè per i fiumi, nè per i monti o per i laghi. Manca di grandi attrazioni. Le sue bellezze artistiche e ambientali sono diffuse, polverizzate nel territorio.
C'è quindi bisogno di un pacchetto di proposte, di tour ben precisi, organizzati, aventi come base ( e qui so di inimicarmi parecchie persone) proprio la città di Perugia che dispone delle attrezzature ricettive necessarie. Una settimana in città permetterebbe ai turisti giapponesi, americani, tedeschi di visitare la regione, anche in modo capillare".
Idee chiare, polso della situazione. La Famiglia la propria forza la trova non certo negli appoggi esterni (non ha nessun tipo di sovvenzione, vive con le quote dei soci) ma nella compattezza del suo interno.
Ad un organismo direttivo agile (presidente, due vicepresidenti, un tesoriere, un segretario e 7 consiglieri) aggiunge, e questo secondo Magnini è il segreto del successo, la forza della logica che alla fine si dimostra sempre vincente.
"D'altronde la logica e il buon senso sono le migliori qualità dei perugini".

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